Biografia di Francesca Brusa Pasqué

Formazione

Durante l'ultimo anno del Liceo Classico di Varese facevo parte di una compagnia teatrale di autentici “fuori di testa”.
Ci chiamavamo  “Gli insonni” e da questo gruppo sono usciti altri due attori professionisti, una giornalista che scrive di teatro e un bassista straordinario. Fummo scellerati, forse, ma la benedizione arrivò dall'alto: il nostro “Jesus Christ Superstar” fu un successone che ci battezzò... letteralmente!

fbp biografia
Mi iscrissi a Filosofia all'Università Cattolica di Milano, dove scelsi l'indirizzo Comunicazioni Sociali, sezione Spettacolo, laureandomi, infine, in Storia del Teatro con la tesi dal titolo “Teatro e territorio. Analisi di un caso: il Teatro Città Murata”. La preparazione di questa tesi mi appassionò moltissimo, permettendomi di vivere situazioni coinvolgenti e di entrare in contatto con alcune personalità carismatiche del teatro. Entravo sempre di più nell'affascinante mondo del palcoscenico...

Durante l’Università e negli anni a seguire, ho frequentato molti laboratori, ma quelli che hanno lasciato in me un segno profondo sono stati quelli di narrazione, teatro, drammaturgia, clownerie, teatro-danza, contact improvisation e canto, condotti da Marco Paolini, Lucilla Giagnoni, Cèsar Brie, Naira Gonzalez, Claudio Bernardi, Giuliano Scabia, Bano Ferrari, Pep Bou, Michela Lucenti, Ariella Vidac, Monica Francia, Marina Tortelli, Wanda Moretti, Nausicaa Nisati.

Il teatro mi ha sempre appassionato anche per la sua straordinaria efficacia come strumento sociale. Così, sperimentando modalità e punti di vista fortemente innovativi nel campo della conduzione di gruppi, mi sono diplomata alla scuola triennale “Anabasi” del C.R.T. di Milano, proseguendo nei sei anni successivi la mia attività nel gruppo di ricerca sul “Teatro degli Affetti” coordinato da Giulio Nava.

fbp ricordidiviaggioFino a qualche anno fa ho costantemente collaborato con compagnie teatrali, interpretando vari ruoli all'interno di produzioni che hanno girato l'Italia.
Mi sono divertita moltissimo, vivendo la mia lunga fase “adolescenziale”. Ma intanto studiavo, facevo grandi esperienze e grandi incontri, come quello con Riccardo Caporossi, che mi ha illuminata sul senso dello spazio scenico e della presenza scenica dell'attore. Con “Addii” abbiamo partecipato al Festival Santarcangelo dei Teatri.

Gli esordi 'da sola'

Lento ma inarrestabile, cresceva dentro me il desiderio di dire qualcosa. L'occasione è arrivata con Immaginarte, associazione musicale con cui ho lavorato per qualche anno, portando in scena le mie prime fiabe musicali, con le musiche originali di Alessandro Cadario e curando la regia di lezioni-spettacolo a tema musicale. 

L'esperienza con Marco Paolini aveva deposto un seme che stava germogliando: la voglia di raccontare a modo mio, attraverso quegli strumenti che sono a me più consoni e che nel tempo ho affinato, come la voce, il canto e la scelta di una modalità narrativa che intreccia diverse tecniche teatrali.

Al Castello Sforzesco di Milano, "Le mille e una nota" con Immaginarte.

Senz’altro l’approccio universitario volto all’approfondimento critico e mai scontato, mi ha orientata ad affrontare le tematiche dei miei spettacoli, attraverso una lunga e accurata ricerca, che ogni volta mi fornisce degli elementi necessari per creare la struttura della storia che scelgo di portare in scena. 

 "Fiaba zigana" con i musicisti di Immaginarte.

Da questo germe ha preso vita il progetto di Teatro Ragazzi "Fiabe dal mondo", che si è articolato in quattro fiabe che racconto da sola. Questa scelta è stata possibile grazie all’ incontro per me fondamentale, con la scenografa Ines Capellari, con cui è iniziata una collaborazione intensa e fertile: Ines condivide la mia stessa visione di un teatro che è scambio di esperienze, messa in discussione, curiosità culturale, desiderio di sperimentare in maniera creativa le possibilità sceniche di un testo. Per me è stata una meravigliosa ricerca: anno dopo anno ho messo in scena mondi lontani, studiando appassionatamente, dando forma e vita alla parola scritta, per portare infine ai ragazzi la bellezza e la dignità di culture altre:

2005: debutta “Shahrazad e la lampada di Aladino”;
2006: “Fiaba indiana. L'Arcobaleno e le anatre” viene ospitata in “Racconti di qui e altrove .  7° Festival Internazionale di Narrazione”, ad Arzo (Svizzera);
2007: debutta “Fiaba zigana o di come fu inventato il violino”;
2008: debutta “Fiaba brasiliana. Clarita dalle belle dita”.

Con questi lavori sono stata anche ospite presso LaFeltrinelli di Milano, inserita per quattro anni nella stagione Milanoteatroragazzi, invitata all'Operaestate Festival Veneto, dove ho presentato tre spettacoli nella sezione MiniFest.

Maturità

Ero pronta per il teatro adulto. fbp maturitàE così un bel giorno sono andata a vedere uno spettacolo di teatro civile, in cui si denunciava lo status quo dell'Italia di quegli anni. Era il 2009...Ne sono uscita così amareggiata che ho capito che potevo, che dovevo fare anche io qualcosa. Ma quale strumento potevo utilizzare per dire la mia?

Sul fondo di un cassetto, da molti anni, giaceva il frutto ancora acerbo di un lungo lavoro di ricerca e di traduzione, che avevo condotto su una cantautrice cilena, artista a tutto tondo con l'energia di una guerriera, “donna con la D maiuscola” capace, senza peli sulla lingua, di dar voce al suo popolo. La risposta era proprio lì, in attesa di uscire dal cassetto!

Nel 2010, dunque, dopo una avventurosa e sofferta fase di preparazione, debutto finalmente con “ContAr VIOLETA PARRA” al festival Il paese dei raccontatori di Mariano Comense e, dopo diverse repliche in Italia e in Svizzera, nel 2015, su richiesta dell'istituto Los amigos de la lengua española di Locarno e con il prezioso supporto di professionisti madrelingua, ho realizzato anche la versione dello spettacolo in lingua cilena.
Nel 2017, centenario della nascita di Violeta, grazie all'incontro con Mono Carrasco, impresario dei mitici Inti Illimani Historico, “ContAr VIOLETA PARRA” ha ottenuto il patrocinio del Governo del Cile.

Intanto, tenendo sempre viva la convinzione che il teatro possa essere validissimo strumento per sviluppare consapevolezza, coscienza del momento presente e capacità di senso critico, nel 2013 ho messo in scena per il teatro ragazzi “CasaTerra”, spettacolo che apre una riflessione sull'ambiente, sui meccanismi del consumo e sulla importanza della sostenibilità oggi.

E oggi?

Francesca Brusa Pasqué

Oggi la mia ricerca sulla narrazione continua, in una veste più popolare: nel 2017 e nel 2018 il Piccolo Festival dei Mutevoli Confini (Valle Veddasca in provincia di Varese) mi ha coinvolta per raccontare storie del territorio: ne sono nate due performance che oggi confluiscono in un unico spettacolo “Un bacio tra due terre”, in cui le piccole storie di un microcosmo come quello di una valle, si espandono fino a diventare storie universali, dalle tematiche forti e attuali.

Infine, voglio aggiungere un'altra declinazione del mio teatro. Tanti anni di laboratori teatrali condotti con ogni fascia d'età hanno distillato un’esperienza che, dal 2011 è confluita in ICA (Istituto per la Creatività Applicata), con cui collaboro in seminari e workshop aziendali, in lingua italiana, inglese e francese. Col fine di essere bpiù adeguata per questo tipo di attività, nel gennaio 2019 ho conseguito il diploma come PPC Coach presso la scuola Professional Future Coaching.
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